I catechisti riuniti all'Oasi Tabor per due giorni di formazione il 27 e 28 agosto 2022

Accogliere e accompagnare

Non smettere mai di cercare quel volto che ti ha salvato

La catechesi è dunque l’onda lunga della Parola di Dio per trasmettere nella vita la gioia del Vangelo. Grazie alla narrazione della catechesi, la Sacra Scrittura diventa “l’ambiente” in cui sentirsi parte della medesima storia di salvezza, incontrando i primi testimoni della fede. La catechesi è prendere per mano e accompagnare in questa storia…                                                                                                      Papa Francesco

Le parole del Papa in occasione dell’incontro con l’Ufficio catechistico nazionale hanno suggerito il filo conduttore dell’incontro di formazione proposto dall’equipe agli operatori della catechesi dell’Arcidiocesi di Taranto, dal titolo “Accogliere e accompagnare. Catechisti in formazione”, svoltosi il 27 e 28 agosto 2022. La narrazione come metodo e l’accompagnamento come stile sono i due fuochi intorno ai quali i partecipanti hanno costruito il proprio percorso alimentandosi alla fonte della Parola di Dio, della preghiera e dell’incontro fraterno. Cornice di questo intenso momento è stata ancora una volta l’Oasi Tabor di Nardò che ha permesso a tutti di godere della bellezza del posto, della cordialità del personale e dei sapori del Salento.

L’icona che ha guidato l’approfondimento è stato il buon Samaritano nel racconto lucano. Commentando il testo don Lucangelo, Direttore dell’Ufficio catechistico, ha parlato del viandante ferito come del catechista che oggi affronta i “briganti” che lo assalgono. Sono tante oggi le situazioni che mettono alla prova un catechista o che lo feriscono: il dubbio nella fede, la crisi di pensiero, la crisi di comunicazione, quella di credibilità, ecc. Ma, fortunatamente, il buon Samaritano, Cristo stesso,  conduce il viandante alla locanda-chiesa e “si prese cura di lui” (Luca 10,34). Occorre – ha proseguito don Lucangelo – vigilare anche oggi sui briganti, saperli riconoscere per rialzarsi e proseguire il cammino di annuncio.

I laboratori che si sono alternati nei due giorni hanno permesso a tutti di cercare insieme nuovi significati e abituarsi ad accogliere le persone che stanno accanto e che condividono il cammino. Gli spunti sono stati numerosi: dal cinema all’attualità alle modalità di annuncio e narrazione della fede. Dopo aver riflettuto sul tema della comunicazione, i catechisti hanno affrontato lo studio di una situazione reale cercando di ipotizzare insieme modalità di lavoro efficaci. Commentando i risultati finali don Lucangelo ha detto che più che cercare soluzioni innovative, si apre una nuova possibilità di tenerezza tra noi.

Gli oltre quaranta partecipanti, provenienti dalle comunità parrocchiali della Diocesi, hanno ricevuto il compito di raccontare questa esperienza anche agli altri per sollecitare una nuova sensibilità riguardo alla formazione. Le proposte che l’Ufficio comunicherà a settembre dopo il pellegrinaggio diocesano si porranno come tempi e occasione di fraternità e non solo come eventi da organizzare, per dare continuità al clima vissuto nei giorni di Nardò.

Paolo Simonetti