“Entrerà e uscirà e troverà pascolo” (Gv 10, 9)
Stupisce sempre come la Parola sia capace di riversare Luce su ogni tempo della vita. Nulla della nostra vita è estraneo alla Parola perché essa parla della trama di Dio intessuta nella trama dei nostri giorni e della trama dei nostri giorni intessuti nella trama di Dio!
La Parola ci educa a comprendere che chi veramente “nel recinto” ha fatto esperienza della voce del Pastore, è capace di ascoltarla ovunque. Segno che l’Eucaristia celebrata realmente ha toccato la nostra vita, è la nostra capacità di rimanere “prudenti e obbedienti” (Papa Francesco) a ciò che questo tempo richiede per il bene vero di tutti, senza perderci l’opportunità di sentire il profumo del Pane in ogni realtà.
La voce del Pastore abita la storia e ogni esperienza vera di Lui abilita a ricercare la sua Bellezza ovunque.
Gesù è il Pastore Bello che ci educa al senso della Bellezza e ci ricorda che la forza di ogni evangelizzatore è ascoltare la Sua Voce senza distogliere l’orecchio da ciò che Lui creativamente continua a comunicare.
Gesù è la porta che ci fa entrare nel recinto del tempio per vivere una comunione profonda con il mistero celebrato ed è la porta che ci fa uscire dal recinto del tempio per pascolare insieme ai fratelli sui sentieri della vita e riconoscerlo presente nella storia.
Chi sa quante volte Gesù ha osservato la bellezza della natura, il fiorire libero del seme nella terra, le pecore che con il pastore pascolano ed ha rivisto nella logica naturale delle cose la logica del Padre che è intrisa in tutto…
La Parola, presenza del risorto che ci fa “uno”
L’impossibilità di celebrare insieme l’ Eucaristia ci sta dando l’ opportunità di sperimentare come la Parola è sacramentalmente luogo straordinario dove il Risorto si rivela e continua ad accompagnare il cammino di tutti noi viandanti, proprio come quel giorno ad Emmaus (Lc 24, 13-35).
La Parola di Dio non è un bel testo ma è la persona stessa di Gesù, è il Verbo udibile, che mentre si rivela ci fa ardere il cuore. Non è il Vangelo una storia del passato ma è la Sua presenza che abita i percorsi dell’umano vivere accompagnandoli con delicatezza, ascoltandoli, svelandoci che proprio nel mistero della nostra esistenza Lui è presenza costante che non risolve le difficoltà magicamente ma le accoglie e ci aiuta ad abitarle.
In tutto il mondo la stessa Parola ci fa “UNO” e la Sua forza non cresce con la voce di chi l’annuncia o non diminuisce con la sua debolezza ma ha in sé la capacità di creare e ricreare la vita. La Parola ci fa “UNO” nelle nostre case perché, anche se distanti, ci abbeveriamo alla stessa Fonte e ci ritroviamo in Colui che fa di noi un solo corpo e ci forma come Chiesa in ascolto del Risorto, per muovere i passi dell’annuncio secondo la misura del Suo Cuore.
Continua il Viandante di Emmaus ad accompagnare la nostra vita con la sua bellezza e la sua fatica, con la gioia e la disperazione, con l’amore che scopri e orienta i percorsi o con la delusione che sperimenti e rallenta i sogni; con il lavoro e la famiglia certi o con la precarietà di un’esistenza segnata da una drammaticità mai pensata.
Continua il Viandante di Emmaus ad accompagnare il bimbo che nasce, l’adolescente e il giovane che cercano e crescono, l’adulto che consolida la vita tra meraviglia e fallimenti, l’anziano che camminando fa sintesi commossa di un percorso intriso di tempo.
Chi “crede” incontra nel Viandante di Emmaus il Senso di ogni ricerca umana, chi “non crede” ma con onestà costruisce la vita, incontra in Lui un modello per edificare un mondo che diventi sempre più umano.
Continua il Viandante di Emmaus ad accompagnare la Chiesa che in Lui deve ricollocare tutta se stessa se vuole profumare del Verbo fatto carne e deve spogliarsi da ricchezze inutili che ne rallentano il percorso e confondono lo sguardo di chi cerca.
Continua il Viandante di Emmaus a diffondere gratuitamente i semi della Sua presenza in aiuole diverse dalle nostre ma dove, nella vita quotidiana di tanti, Egli opera!
Benedetta e abbracciata ogni domanda!
Cambiano i tempi, le situazioni, i percorsi possibili, le modalità della vita…; si attraversa l’esistenza nel suo molteplice svelarsi, in passi spesso abituali e alcune volte inediti!
E la Parola di Dio rimane eterna…, capace di abitare ogni tempo della vita con una forza e una delicatezza tipiche di Dio che, diversamente da noi, non giudica moralisticamente gli eventi, rispetta le domande di senso, ascolta la ribellione, accompagna i tempi, abbraccia i percorsi con la sua infinita Misericordia. Accoglie il pianto di Pietro, l’ amore dell’apostolo amato, il tradimento di Giuda, il dubbio di Tommaso.
La Parola (Gv 20, 19-31) è rivelatrice di quel Dio che tutta la Parola svela, un Dio non distante dalla vicenda umana ma che ha intessuto la sua infinita grandezza di ogni palpito umano e ha intessuto ogni palpito umano della sua infinita grandezza!
Abbraccia il nostro cuore con le sue domande, con il suo cercare, con il nostro bisogno di vedere e toccare.
Ha proprio ragione Tommaso…, “nel vedere le sue piaghe, nel toccare il suo costato lo riconoscerò perché lì ci sono i segni più eloquenti del Suo Amore, lì non mi sento giudicato e tradito, lì so che Dio ha conosciuto fino in fondo ciò che io sono!”.
Per tradizione questa Domenica Pasquale viene chiamata Domenica in Albis perché coloro che nella Pasqua avevano ricevuto il Battesimo deponevano l’Alba battesimale (la veste bianca). Non possedevano più un segno esterno di riconoscimento ma era la loro vita chiamata a svelare la luce battesimale, una luce non esente dalle ombre e dalle domande umane ma capace di abitarle con la forza di Colui che nel Battesimo ci fa diventare radicalmente uniti alla sua vita.
È l’Eucaristia battesimale che in questo tempo siamo chiamati a vivere, senza segni esterni, senza liturgie visibili, ma nella visibile liturgia della vita che, come Tommaso lo cerca, è scettico, si ribella, lo adora, lo ama…
Sarebbe bello in questa Domenica, in questo tempo, scrivere alcune pagine della nostra vita, nella sua bellezza, nei suoi dubbi, nei suoi limiti, nella sua verità…, nelle parti più oscure e nelle parti più luminose, nel suo naturale“chiaroscuro” che probabilmente è l’ambiente costante del nostro vivere e senza timore inserirle nelle pagine della Bibbia che all’inizio della Settimana Santa abbiamo posto in un angolo della nostra casa.
Questa è la Pasqua…, la certezza che la nostra vicenda è nella vicenda di Dio… e che la vicenda di Dio è nella nostra vicenda! Nella Sua Misericordia la nostra vita!
“Uno” in Cristo.
don Lucangelo De Cantis