“I libri sapienziali hanno il gusto della bellezza e trasmettono questa bellezza a quanti vi si accostano: attraverso la bellezza è possibile vivere l’evangelizzazione. Con la loro ricchezza di vita unica sono un punto nodale nel Canone della Scrittura. Nell’insieme dei sapienziali spicca il Libro della Sapienza. Quest’anno la scelta è caduta proprio su questo libro che in qualche modo può rappresentare il cuore e il centro di questa parte della Bibbia”. Con queste parole don Lucangelo De Cantis, Direttore dell’Ufficio diocesano per la Catechesi ha introdotto l’edizione 2020 della Tre Giorni Biblica, svoltasi in seminario. “L’Ufficio – ha proseguito don Lucangelo – ha pensato di sostare più a lungo sui sapienziali per gustare il passaggio del sapore delle cose di Dio. La ricchezza e la vastità dei temi esige, infatti, di essere approfondita con lentezza”.
Durante le prime due serate, il 20 e 21 gennaio, i numerosissimi partecipanti si sono preparati all’ascolto della Parola di Dio con la celebrazione dei Vespri presieduta da monsignor Alessandro Greco, Vicario generale dell’Arcivescovo. A partire dal contesto liturgico, don Alessandro ha detto che le parole di Paolo ai cristiani di Tessalonica, il quale rende grazie a Dio per l’atteggiamento con cui essi hanno ricevuto la Parola di Dio, potrebbero essere rivolte anche ai presenti perché hanno accolto la Parola come divinamente ispirata, anzi come il Verbo incarnato. La stessa presenza di tante persone è il segno di una coscienza che cresce, di un cammino sostenuto da ciò che è essenziale. In apertura di serata il vicario generale ha fatto giungere a tutti il saluto dell’Arcivescovo comunicando il suo vivo compiacimento per l’interesse che la Diocesi manifesta per la Parola di Dio ed esprimendo il sostegno del Vescovo all’Ufficio per la costanza nell’impegno.
È toccato al dottor Giovanni Pergolese, vice direttore dell’Ufficio e responsabile del Settore Apostolato Biblico, guidare i presenti nell’introduzione ai libri sapienziali e poetici, in modo particolarmente coinvolgente. Pergolese ha scelto infatti uno stile più narrativo senza mai trascurare i riferimenti alle questioni più spinose, con precisione e chiarezza. La sapienza in Israele è un’offerta di senso: saggio è colui che è illuminato dal timore del Signore. I saggi sono esperti di umanità e questi libri, nel loro insieme, rappresentano una riflessione sull’uomo inserito nella creazione e nelle dinamiche del quotidiano. “Colpisce, ha detto anche Pergolese, che nei sapienziali siano assenti gli aspetti legati al culto e alla liturgia, mentre abbonda la riflessione sugli atteggiamenti del vivere bene in società. Le massime sapienziali non sono consigli astratti ma si legano ad un contesto storico”.
Durante il suo intervento, il dottor Pergolese ha aperto numerose finestre sul mondo dell’arte mostrando come la bellezza del pensiero biblico si sia sempre legata, nell’arte cristiana, con la bellezza delle forme e i colori, attraverso il tempo.
Ad animare la seconda serata, invece, è toccato alla professoressa Daniela Annicchiarico, docente di lettere nei licei, che ha introdotto i presenti nella lettura del Libro della Sapienza, trattando alcune questioni fondamentali. “La sapienza – ha sostenuto – è la possibilità, la capacità di capire e fare le scelte giuste, con i piedi piantati sulla terra ma con lo sguardo rivolto al cielo. Questo libro nasce in un contesto molto interessante, la seconda metropoli del Mediterraneo, Alessandria d’Egitto, intorno al I secolo avanti Cristo. L’autore è certamente un giudeo molto colto che scrive in un greco particolarmente elegante. L’attribuzione del Libro a Salomone risponde a criteri tipici del mondo antico che tenevano in gran conto l’autorevolezza del contenuto. Il genere si riferisce al modello celebrativo di una persona o di una virtù, ma anche a quello dell’istruzione e dell’ammonimento. Lo scopo di questo libro è legato al luogo in cui nasce e si propone di conciliare i valori ebraici con la riflessione filosofica del mondo ellenistico”. Durante la terza serata la professoressa Annicchiarico ha presentato l’esegesi di alcuni brani scelti, intavolando un interessante dibattito con l’assemblea.
Entrambi i relatori sono riusciti e tenere viva l’attenzione dei presenti, pur dovendo trattare questioni apparentemente formali, facendo abbondante riferimento ai versi dei testi presi in esame. Tra gli autori citati anche Dante e Manzoni. I libri sapienziali rappresentano una vera miniera di temi che riscuotono un grande interesse: l’idolatria, la giustizia, la misericordia. Dio, nei confronti del popolo eletto, è un padre giusto, ma nei confronti dei nemici è un giudice severo. Nel castigo Dio è sempre moderato per lasciare agli uomini i margini del pentimento. Non di minore attualità è anche il tema dell’accoglienza e del rapporto con le altre culture. Alla luce del libro della Sapienza impariamo a vivere l’apertura universalistica in un’ottica multiculturale.
In conclusione di serata, don Lucangelo ha richiamato la prossima domenica della Parola di Dio, istituita da Papa Francesco e che per una particolare coincidenza si celebra in prossimità di questo appuntamento annuale con lo studio della Parola. “Il magistero del Papa – ha detto – vuole ricordare a tutti i catechisti di fondare l’annuncio sulle solide fondamenta della Parola di Dio”. La presenza di tanti catechisti e operatori della pastorale testimonia che il popolo di Dio desidera individuare l’essenziale, in cui è nascosto il senso più profondo della vita, senza fermarsi ad aspetti marginali o banali. “Il catechista – ha continuato il direttore – vive questa scoperta: Signore, abbiamo bisogno di te! Addentrarsi nella scoperta della sapienza contenuta nella Scrittura ci aiuta a comprendere che tutto deve avere come fondamento il gusto della bellezza delle cose di Dio. In questi libri, infatti, è contenuta tanta poesia e tanta bellezza, capaci di nutrire e sostenere il discepolo nella quotidiana esperienza di vita”.
Paolo Simonetti