Articolo comparso su "Nuovo Dialogo" del 23 novembre 2018

Celebrare il giorno del Signore con i fanciulli e i ragazzi

L’obiettivo da ribadire è che l’iniziazione cristiana non è solo il momento della catechesi, un’ora alla settimana, ma un’esperienza di vita cristiana fatta insieme

Le rilevazioni statistiche, di tanto in tanto, ci dicono numericamente la situazione della pratica cristiana in Italia. Se nel 2007 una persona su tre (esattamente il 33,43%) dichiarava di frequentare luoghi di culto almeno una volta alla settimana, oggi la percentuale è scesa al 27,5%, minimo storico degli ultimi dieci anni. Tra quelli che contribuiscono a tenere alte le stime ci sono certamente fanciulli e ragazzi, in particolare: ben il 52% dei bambini e dei ragazzi dai 6 ai 13 anni hanno frequentato nel 2015 i riti almeno una volta alla settimana. Al di là del dato numerico, conta il fatto che nelle nostre assemblee liturgiche, almeno una volta alla settimana, si inseriscono i fanciulli e i ragazzi per la messa domenicale.

Sappiamo tutti quanti spazio occupa nella catechesi dell’Iniziazione cristiana l’educazione liturgica e la presentazione del giorno del Signore. In tutte le comunità la celebrazione della Messa con la partecipazione di fanciulli e ragazzi è un momento importante che viene generalmente curato con particolare attenzione.

Ma la delicatezza del tema impone alcuni interrogativi.

L’annuncio della fede va di pari passo con la celebrazione della fede? La partecipazione alla messa domenicale è avvertita come un punto di approdo di tutto il percorso formativo e in molti casi come cartina di tornasole della bontà del percorso stesso. Durante il lungo tempo della catechesi è maggiore anche l’affluenza alla messa domenicale. Invece durante le pause per le principali festività o per il tempo estivo, la presenza a messa crolla inesorabilmente. Di fronte a tale consapevolezza occorre reagire non con rimedi estemporanei ma con una riflessione che coinvolga l’intera comunità: diocesi e parrocchie.

Qual è il rapporto della comunità con i più piccoli? Come incentivare la partecipazione dei più piccoli alla Messa? “Molto spesso -afferma Franco Magnani, direttore dell’Ufficio liturgico nazionale-, una certa catechesi per bambini in chiave liturgica si è preoccupata soprattutto dei contenuti, e cioè di spiegare il significato dei segni. Forse è giunto il momento di mettere in cattedra i linguaggi stessi e il loro potere comunicativo. La liturgia, infatti, è per sua natura ospitale; è per tutti e appartiene ad ogni età della vita e parla a tutti, anche ai bambini”.

Una risorsa non trascurabile nella nostra diocesi è l’Itinerario per l’iniziazione cristiana che orienta costantemente l’azione degli operatori della catechesi verso la meta della partecipazione alla comunità e, come elemento caratterizzante della vita liturgica, pone la celebrazione della domenica. Invitare a partecipare e educare a partecipare sono due attenzioni complementari ben presenti.

Fortunatamente è molto viva la consapevolezza da parte degli operatori della catechesi che l’esperienza liturgica non si situi unicamente sul piano della trasmissione intellettuale. Se rispettata nella sua natura di azione simbolico-rituale bella, gratuita, la liturgia rivela sorprendenti risorse, ben oltre ogni pretesa razionalistica, intellettuale o contenutistica: il Direttorio per le Messe dei fanciulli (1973) fa esplicito riferimento alla funzione svolta dal canto e dalla musica, dai gesti del celebrante e dell’assemblea, dagli elementi visivi, dal silenzio (n. 30-37). E aggiunge: “Tutta la formazione liturgica ed eucaristica dei fanciulli dovrebbe avere un obiettivo ben definito e costante: portarli a fare della loro vita quotidiana una risposta sempre più autentica al Vangelo” (n. 15).

Partecipare all’Eucaristia dice l’essere di una comunità, ne va del volto della comunità. La presenza dei più piccoli ci deve sempre richiamare l’urgenza di accogliere i “più grandi”, i familiari che li accompagnano, quelli che non di rado si affacciano per consegnare i figli ai catechisti e poi tornare a riprenderli. L’obiettivo da ribadire è che l’iniziazione cristiana non è solo il momento della catechesi, un’ora alla settimana, ma un’esperienza di vita cristiana fatta insieme. La presenza di adulti, bambini e ragazzi alla celebrazione dell’Eucaristia domenicale si può considerare come il fatto centrale della stessa iniziazione: l’incontro che si realizza nell’esperienza liturgica è possibile sempre ad ogni età, perché Cristo è salvezza per tutti, sempre.

Occorrono inventiva e disponibilità all’azione dello Spirito, non si tratta soltanto di riscoprire un precetto della Chiesa quanto di porre nuovamente l’Eucaristia al centro. Lo ha detto pochi mesi fa il nostro Papa Francesco: “Alcune società secolarizzate hanno smarrito il senso cristiano della domenica illuminata dall’Eucaristia. È peccato, questo! In questi contesti è necessario ravvivare questa consapevolezza, per recuperare il significato della festa, il significato della gioia, della comunità parrocchiale, della solidarietà, del riposo che ristora l’anima e il corpo. Di tutti questi valori ci è maestra l’Eucaristia, domenica dopo domenica” Udienza generale 13/12/2017.

Paolo Simonetti