Cantare la melodia della vita con gioia ed umiltà

Una comunità in ascolto del Maestro

I catechisti si ritrovano al termine di un intenso anno di formazione

Da qualche tempo, a conclusione del percorso triennale di formazione di base per catechisti, si suole celebrare la consegna degli attestati di partecipazione che, lungi dal rappresentare un semplice momento formale, vuole sottolineare l’impegno e l’assiduità di quanti hanno preso a cuore la formazione e si sono dedicati col cuore e con la mente ad una seria formazione e preparazione.

Quest’anno però questa festa ha assunto un carattere diverso e ha coinvolto anche i catechisti che operano da più anni nelle parrocchie e associazioni ma non hanno mai perso la voglia e l’entusiasmo di un cammino condiviso nella chiesa diocesana.

Ed è così che venerdì 7 giugno, presso il Villaggio Sant’Agostino in Martina Franca, si è svolto l’incontro dei catechisti per una riflessione comune, la preghiera e la festa a conclusione del cammino triennale.

Il tema proposto dal Direttore e dall’équipe è stato Una comunità in ascolto del Maestro. Ripartire da Evangelii gaudium (n. 95-98). Il punto più importante su cui don Lucangelo ha poi voluto richiamare l’attenzione di tutti è stato il numero 96:

I catechisti in dialogo

In questo contesto, si alimenta la vanagloria di coloro che si accontentano di avere qualche potere e preferiscono essere generali di eserciti sconfitti piuttosto che semplici soldati di uno squadrone che continua a combattere. Quante volte sogniamo piani apostolici espansionisti, meticolosi e ben disegnati, tipici dei generali sconfitti! Così neghiamo la nostra storia di Chiesa, che è gloriosa in quanto storia di sacrifici, di speranza, di lotta quotidiana, di vita consumata nel servizio, di costanza nel lavoro faticoso, perché ogni lavoro è “sudore della nostra fronte”. Invece ci intratteniamo vanitosi parlando a proposito di “quello che si dovrebbe fare” – il peccato del “si dovrebbe fare” – come maestri spirituali ed esperti di pastorale che danno istruzioni rimanendo all’esterno. Coltiviamo la nostra immaginazione senza limiti e perdiamo il contatto con la realtà sofferta del nostro popolo fedele.

I numerosi catechisti intervenuti, con una bella rappresentanza delle religiose, hanno ascoltato la riflessione del direttore, don Lucangelo De Cantis, e hanno condiviso impressioni ed esperienze dopo tanti mesi di impegno in favore dell’annuncio.

Aprendo il suo intervento don Lucangelo ha invitato tutti alla preghiera proponendo il canto “Vieni, Spirito creatore”; provare il canto gli ha offerto l’occasione per una similitudine: un catechista, a un certo punto, -ha detto don Lucangelo- deve lasciare il microfono per permettere alle persone di cantare la melodia della loro vita, così facendo, il catechista potrà anche ascoltare e capire le voci che non seguono la melodia. Nel canto, come nella catechesi, occorre tanta umiltà: di fronte agli sbagli occorre ripartire cercando di aspettare i tempi di quanti sono meno esperti. Bisogna recuperare la possibilità di autocritica per crescere nel confronto e intravedere le strade, non le soluzioni.

Subito dopo, don Lucangelo ha presentato la situazione attuale della catechesi, individuando di cosa ha bisogno oggi la catechesi: innanzitutto tener presente il mistero di Dio; poi bisogna tener conto delle persone che stanno di fronte (il mistero della persona umana) e, infine, la necessità di conoscere i linguaggi per la catechesi. La conclusione del suo intervento l’ha affidata ad un racconto, per indicare quale deve essere la vera radice spirituale del catechista.

Un giorno, in un campo, spuntò un fiore veramente brutto e storto. Tutti gli altri fiori dicevano che era il più brutto. E nessuno voleva stargli vicino. Così il fiore stava sempre solo ed era triste, anche se non si lamentava. Passava le sue giornate a guardare il sole alto nel cielo. Gli piaceva così tanto che, per cercare di raggiungerlo, il suo stelo si era allungato molto. Quando il sole si spostava, il fiore si girava con la sua corolla. Un giorno il sole si accorse del fiore che stava sempre solo e si avvicinò per conoscerlo. Sentita la sua storia, il sole decise di abbracciarlo e il fiore si accese subito di un bel giallo vivo. Sembrando quasi d’oro. Da quel giorno divenne il fiore più alto e più bello del campo. E per la sua amicizia col sole fu chiamato Girasole.

Nella seconda parte della serata i catechisti, guidati da Teresa Di Mitri, hanno valorizzato i propri percorsi facendo memoria dei guadagni ricevuti in questo anno. Subito dopo ha avuto luogo la consegna degli attestati per quanti sono giunti al termine del cammino di formazione triennale che si svolge il lunedì in seminario. I catechisti e le catechiste a fatica hanno contenuto l’emozione in un momento così importante della loro formazione.

Gli amici del terzo anno, terminate le consegne, hanno offerto a tutti i presenti un ricco e gustoso rinfresco per dare all’incontro il tono di una vera festa di famiglia. Prima dei saluti è stato presentato il calendario degli appuntamenti formativi dell’estate: l’Incontro regionale dei direttori e delle équipe degli Uffici diocesani per la catechesi della Regione Puglia, il 21-22 giugno a Ostuni e il Week end diocesano di formazione per i catechisti che si terrà a Nardò, presso l’Oasi Tabor, i prossimi 19-21 luglio.

 

Paolo Simonetti