Giornata di studio con gli operatori della catechesi

L’alfabeto dell’affettività

Riflettere sull'affettività con uno sguardo ai possibili linguaggi

Come da tradizione, l’Ufficio catechistico ha proposto a tutti gli operatori della catechesi un pomeriggio di studio e di riflessione condivisa. Nel pomeriggio di lunedì 11 marzo, presso il Seminario, circa duecento partecipanti si sono confrontati sul tema dell’affettività.

“Seguire Gesù è questione di coinvolgimento, di passione e di dono”, ha esordito don Lucangelo, Direttore dell’Ufficio Catechistico diocesano. “Vale la pena mettersi in cammino, -ha proseguito, e vale la pena spendersi per accompagnare gli altri”. Nel suo intervento ha poi spiegato che la crescita affettiva è un movimento costante dell’anima che tocca la dimensione più profonda dell’uomo, quando si diventa capaci anche di integrare l’accettazione dei propri limiti. In tal modo si diventa persone davvero libere, capaci di donare e di donarsi con semplicità. Una affettività matura aggiunge un sapore nuovo alle nostre parole, essa è una forza dominante che spinge le azioni della persona e orienta tutta l’azione pastorale della Chiesa. Anche un catechista riceve impulso da una affettività ben integrata nello sviluppo della persona: diventa capace di impiegare energie, forze, tempo per la persona di Gesù; sa arrivare al cuore degli altri, specie quando è attraversato da quello che dice, perché è coinvolta la totalità della sua persona. Questi catechisti, sempre più coinvolti affettivamente nell’annuncio, sono sempre più necessari.

Don Lucangelo ha poi preso spunto da un quadro di Picasso, L’abbraccio, in cui due figure si distinguono a stento, tanto sono immerse in una confusione di forme e colori. L’impeto delle passioni impedisce a queste figure di fare ordine. Ma quando il Signore Gesù diventa il baricentro affettivo della vita di una persona, queste forze disordinate e divergenti trovano un senso e una unità. L’uomo, infatti, ha ribadito don Lucangelo, consiste nell’affetto che più lo domina.

Come accade normalmente, alla riflessione ha fatto seguito un abbondante tempo per sperimentare in modo attivo quanto ascoltato. Attraverso dei percorsi, gli Atelier, pensati e strutturati dall’equipe diocesana dell’Ufficio, i catechisti si sono mossi lungo tre direttrici che hanno analizzato le molteplici sfaccettature del tema proposto, utilizzando diversi linguaggi: la visione di un filmato, l’ascolto di brani musicali e l’osservazione di alcuni famosi dipinti.

Teresa Di Mitri, Marcella Scarciglia e Rossella Carmignano hanno guidato la visita ai tre Atelier offrendo una serie di spunti per la riflessione, in collegamento stretto con quanto esposto poco prima da don Lucangelo. Il video ha mostrato la triste vicenda di Paolo e Francesca, i due amanti che Dante Alighieri pone nel girone dei lussuriosi, nell’intramontabile Quinto Canto dell’Inferno. I recenti successi di Sanremo 2019 di Cristicchi (Abbi cura di me) e Arisa (Mi sento bene) sono stati oggetto del lavoro nel secondo Atelier; una serie di dipinti di autori moderni hanno mostrato, infine, i volti di un’affettività, ora composta, ora confusa o degradata.

Il momento conclusivo dell’interessantissimo pomeriggio è stato dedicato al confronto in sala, attraverso una scheda di analisi e alcuni interventi di coloro che hanno guidato gli Atelier.

Paolo Simonetti