Dare al nostro cammino il ritmo salutare della prossimità

LA COMUNITÀ DEL RISORTO GENERA E ACCOMPAGNA NELLA FEDE

Il Convegno Catechistico Diocesano del 30 settembre 2019

Il dinamismo comunicativo di don Gianni Caliandro ha conquistato i numerosissimi catechisti presenti in Concattedrale per l’annuale Convegno Catechistico Diocesano. Nel pomeriggio del 30 settembre scorso, seguendo il tema “La comunità del Risorto genera e accompagna nella fede”, l’Ufficio ha vissuto un momento forte del nuovo anno pastorale, che si è aperto con il pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo.

Introducendo i lavori, monsignor Santoro ha subito detto che durante la visita pastorale in atto nelle parrocchie, tra gli incontri privilegiati, c’è quello con le catechiste e i catechisti, perché hanno il compito di essere i primi costruttori dell’itinerario di Iniziazione cristiana. L’Arcivescovo si è poi soffermato sul come si diventa cristiani: anche oggi siamo chiamati a fare di Gesù Cristo il punto centrale della vita. La Lettera ai Filippesi rivela che per l’apostolo Paolo il vivere è Cristo. Il compito esaltante di un catechista è proprio quello di far diventare questa affermazione una realtà per la vita, attraverso l’incontro con tutte le esperienze del mondo. Bisogna, inoltre, diventare capaci di rilevare il positivo racchiuso nell’incontro, per portare l’annuncio del Cristo risorto. Il punto essenziale è, infatti, l’esperienza del Risorto che si apre alla vita quotidiana, a tutti quegli aspetti che interessano la vita dei giovani e delle persone. A tal proposito, ha proseguito l’Arcivescovo, il tema ecologico è un elemento costante della formazione che deve permeare anche la catechesi. Nel conferire il mandato, l’Arcivescovo ha sottolineato che nella comunità tutti hanno un compito specifico: i catechisti sono inviati e per questo motivo ricevono un mandato che li rende non funzionari ma annunciatori del Vangelo.

Ha quindi preso la parola don Gianni Caliandro, rettore del Pontificio Seminario Regionale “Pio XI” di Molfetta, dove si preparano al sacerdozio circa duecento giovani della nostra regione.

Don Gianni ha analizzato il tema del Convegno mettendo a fuoco alcuni punti cardine. Il primo è che siamo noi la comunità del Risorto. È dal suo modo di generare e di accompagnare la fede dei suoi discepoli che possiamo trarre ispirazione, esemplarità, per comprendere il nostro modo di generare e di accompagnare. Il secondo e il terzo passaggio sono costituiti dai due verbi: generare e accompagnare. Pur considerando entrambe le azioni come due articolazioni dello stesso processo pastorale, esse sono diverse, e attengono all’inizio e alla durata, a ciò che siamo chiamati a fare per suscitare la ricerca della fede nelle persone, e ciò che poi dobbiamo invece impegnarci a fare per non lasciarle sole. Il quarto elemento è costituito proprio dalla fede, perché è proprio dalla considerazione di che cosa sia la fede che possiamo trarre un modello di lavoro pastorale, quello appunto della sua generazione e del suo accompagnamento.

Lo sfondo di tutti e quattro i passaggi, è costituito dal grande affresco magisteriale della Evangelii gaudium di Papa Francesco, che è l’orizzonte di ogni lavoro pastorale per noi, oggi e negli anni che ci sono davanti.

Dalle parole di don Gianni traspariva una viva familiarità con le problematiche educative, ma anche una chiara visione dei soggetti coinvolti nell’annuncio, specie i giovani, che si è tradotta in una comunicazione diretta e articolata, con suggerimenti pratici per i catechisti. Come operatori della catechesi, ha concluso don Gianni, dobbiamo avere il coraggio di dare la parola e non solo di prenderla, per dare al nostro cammino il ritmo salutare della prossimità, con uno sguardo rispettoso e pieno di compassione ma che nel medesimo tempo sani, liberi e incoraggi a maturare nella vita cristiana (Evangelii gaudium 169).

A conclusione, don Lucangelo De Cantis, direttore dell’Ufficio, ha informato i presenti che tra ottobre e dicembre ci saranno gli incontri vicariali. Partendo dalle indicazioni dell’Arcivescovo e dalla relazione del Convegno, verranno offerte ai catechisti alcune piste di approfondimento. Al catechista oggi è richiesto di non fermarsi soltanto alla conoscenza dei dettagli tecnici e operativi, ma di acquisire profondità interiore, la sola che permette di avere uno sguardo pratico.

Di anno in anno, il Convegno permette ai catechisti di inserirsi nell’ampio respiro della chiesa diocesana, riunita intorno al Vescovo, ma di conoscere anche la riflessione che matura a livello nazionale. La Conferenza Episcopale sostiene costantemente l’operato degli Uffici catechistici proponendo itinerari e occasioni per incontrarsi e studiare le problematiche legate all’annuncio e la catechesi. È importante che si condividano i linguaggi, ma soprattutto le preoccupazioni: quelle dei pastori e quelle degli operatori dei vari settori, in modo da tradurre in prassi la sinodalità, come stile del nostro tempo. Il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana, di recente, ha sottolineato che occorre riconoscersi come Chiesa in stato di missione, superando resistenze e tentazioni di conservazione; progettare l’intera pastorale in chiave missionaria; portare l’annuncio evangelico a tutti e caratterizzare con questa prospettiva ogni azione e gesto della Chiesa; vivere la connotazione comunitaria della missione, la quale scaturisce dalla comunità credente e, nel contempo, la costituisce.

Paolo Simonetti