Dal convegno di settembre una traccia per il cammino di formazione

Appassionati per l’annuncio… Gli incontri nelle vicarie

Nelle prossime settimane l'équipe diocesana incontra le parrocchie

Come da tradizione, anche per l’Anno pastorale in corso sarà la città di Grottaglie ad accogliere il primo incontro vicariale dei catechisti sul tema “Appassionati per l’annuncio…”, che si terrà il 29 ottobre, presso la parrocchia S. Maria in Campitelli e riguarderà le vicarie di Grottaglie e San Giorgio Jonico.

Dopo il Convegno di settembre, questi incontri rappresentano un momento di approfondimento, offrendo ai catechisti strumenti più utili per lo svolgimento dell’azione catechistica. Quest’anno l’accento verrà posto sulla spiritualità dell’operatore della catechesi come fonte della vera passione per l’annuncio.

La scelta di questo tema è spiegata dal nostro Arcivescovo Filippo: “L’annuncio ha in sé la passione di Cristo, nella ricchezza della sua croce e risurrezione, che è tutto ciò che ci muove e ci motiva. La passione indica l’ardore missionario. Non ci muovono passioni spente o tristi, ma siamo travolti dal desiderio di annunciare Gesù. C’è un solo scopo di tutto, lo scopo stesso di Gesù: glorificare il nome del Padre” (Dall’Omelia pronunciata a San Giovanni Rotondo – 14 settembre 2019).

Lo schema della serata prevede l’ascolto della Parola di Dio, il richiamo di alcuni temi trattati durante il Convegno di settembre e un congruo tempo di riflessione e condivisione tra i partecipanti, veri protagonisti dell’incontro.

La catechesi non è cosa da “addetti ai lavori”, tecnicismo o, peggio ancora, da affrontare con superficialità. Impegnarsi nella catechesi, invece, scaturisce come disponibilità all’annuncio da parte di chi si mette in cammino col Risorto. Sono ancora una volta i nostri Vescovi che ce lo ricordano nel fondamentale documento Incontriamo Gesù: “L’evangelizzatore è un cristiano adulto, cittadino responsabile, capace di narrare e motivare la propria vicenda di fede e di raccontare la sua esperienza di Cristo, radicata nell’appartenenza ecclesiale. Egli è un annunciatore della Parola che dona la gioia, mediatore di un’esperienza ecclesiale ampia e positiva, accompagnatore leale e affidabile nei passaggi fondamentali della vita di quanti gli sono affidati. Non deve conoscere tutto, ma sa che il Vangelo è capace di illuminare ogni dimensione umana” (IG n° 66).

E ancora al n° 29 degli Orientamenti Educare alla vita buona del Vangelo, riferendosi al compito dell’annuncio, si afferma che “ogni adulto è chiamato a prendersi cura delle nuove generazioni, e diventa educatore quando ne assume i compiti relativi con la dovuta preparazione e con senso di responsabilità”. Infine al n° 39, là dove si esprime la metafora delle comunità cristiane come «cantiere» educativo, troviamo la frase che fa da leitmotiv ai nostri incontri: “la catechesi sostiene in modo continuativo la vita dei cristiani e in particolare gli adulti, perché siano educatori e testimoni per le nuove generazioni”.

Quella del catechista, oggi, è una voce tra tante, in una società che sembra distratta o superficiale. Il Papa emerito, Benedetto XVI, esortava a sentirsi deboli strumenti mossi da una passione convinta: “Nella complessità di tali situazioni siete chiamati a promuovere il senso cristiano della vita, mediante l’annuncio esplicito del Vangelo, portato con delicata fierezza e con profonda gioia nei vari ambiti dell’esistenza quotidiana”. Occorre abitare spazi più ampi, continuava il Papa emerito rivolgendosi agli operatori della catechesi: “Siete chiamati a vivere con quell’atteggiamento carico di fede che viene descritto dalla Lettera a Diogneto: non rinnegate nulla del Vangelo in cui credete, ma state in mezzo agli altri uomini con simpatia, comunicando nel vostro stesso stile di vita quell’umanesimo che affonda le sue radici nel Cristianesimo, tesi a costruire insieme a tutti gli uomini di buona volontà una “città” più umana, più giusta e solidale” (Discorso all’Assemblea di Aquileia del 2011).

Recentemente, tenendo una catechesi sull’apostolo Pietro, Papa Francesco ci ha spinto a domandarci se siamo impedimento per l’incontro con Dio o di ostacolo ai nostri fratelli nell’andare verso il Padre. “Un evangelizzatore – ha aggiunto – non può essere un impedimento all’opera creativa di Dio, il quale «vuole che tutti gli uomini siano salvati», ma uno che favorisce l’incontro dei cuori con il Signore” (Udienza Generale del 16 ottobre 2019).

Ci auguriamo che i prossimi incontri dei catechisti che si svolgeranno nelle vicarie possano offrire ai partecipanti un tempo di ascolto e dialogo per rinsaldare le motivazioni dell’impegno ma soprattutto per riscoprire la passione per il Vangelo.

Chiediamo la grazia di lasciarci stupire dalle sorprese di Dio, di non ostacolare la sua creatività, ma di riconoscere e favorire le vie sempre nuove attraverso cui il Risorto effonde il suo Spirito nel mondo e attira i cuori facendosi conoscere come il Signore di tutti” (Papa Francesco).

Paolo Simonetti